*** Questo articolo è relativo a un seminario tenuto nel 2018 ***
Le origini della tecnica
Wai Qi Fa significa Tecnica del Qi Esterno, ovvero dell’emissione del Qi fuori dal corpo dell’operatore.
Come tutta la base della Medicina Tradizionale Cinese, questa pratica è mutuata direttamente dalla Magia Taoista, e nello specifico dalla tecnica con cui si disegnano i sigilli e si caricano i talismani, che sono il supporto fondamentale nella ritualità del Taoismo Esoterico.

Esempio di Scrittura Celeste(天書 tianshu) XIX secolo
Il Wai Qi Fa oggi
Oggi il Wai Qi Fa viene insegnato in Cina nelle moderne università di Medicina Tradizionale come tecnica diagnostica e terapeutica: l’emissione del Qi serve ad estendere e potenziare la capacità dell’operatore di percepire, analizzare e quindi influenzare adeguatamente il Qi del paziente.
I dati acquisiti con questa tecnica vengono interpretati attraverso le conoscenze della medicina tradizionale, in modo da definire la sindrome del paziente e quindi stabilire la prescrizione di meridiani, punti e metodi cui applicare le diverse tecniche.

Le nostre conoscenze sul Wai Qi Fa vengono dagli studi effettuati fra il 1993 e il 1995 presso la Shandong Traditional Chinese Medicine University di Jinan, capitale dello Shandong, Cina, con il professor Guan Zheng, direttore del Dipartimento di Tuina e Qigong. Il professor Guan è stato discepolo e successore del Professor Bi Yongshen, autore di importanti pubblicazioni sul Qigong terapeutico ed il Wai Qi Fa Tradizionale Taoista.
Una pratica per Iniziati?
La pratica del Wai Qi Fa è sempre stata riservata ai praticanti di Qigong più esperti, non solo perché la sua applicazione comporta di per sé un dispendio di energia vitale, ma soprattutto perché ancora più grande è la dispersione di energia che avviene durante gli esercizi che servono a sviluppare la tecnica.
Il consumo di energia necessario per imparare ad emettere il Qi e a controllarlo è la vera difficoltà in quella che resta la tecnica chiave di tutta la pratica Taoista, nella medicina tradizionale come nelle arti marziali e nella pratica rituale.
Come possiamo arginare questa dispersione? Dandole dei confini definiti.
Un supporto nuovo per una tecnica antica

Prendendo come modello l’addestramento delle arti marziali esoteriche che insegnano ad estendere il Qi perché il guerriero possa arrivare a percepire l’arma come un’estensione viva e sensibile del proprio corpo, abbiamo sviluppato esercizi analoghi, ma che utilizzano un supporto molto più maneggevole: il pendolino da radioestesia.
I nostri esercizi consentono al praticante di sviluppare la sensazione del Qi al di fuori del proprio corpo ma entro confini limitati e ben definiti anche visivamente, fattore che aiuta enormemente il controllo dell’energia.
Diventare indipendenti dal supporto
Così come i monaci di Shaolin sapevano distinguere ad occhi bendati il tipo di oggetto toccato con la punta della spada, il praticante impara ad estendere la propria percezione oltre i confini del corpo fisico fino alla punta del pendolino.
Una volta sviluppata questa capacità, è possibile eliminare il supporto ed applicarsi alla tecnica prescelta: ogni tipo di manipolazione energetica verrà eseguito con una sensibilità ed una precisione eccezionale, e senza inutile dispersione di energia.
Una pratica ideale anche per i neofiti
Se si imposta correttamente il programma, la tecnica è adatta anche a chi non ha esperienza di Qigong: in Ars Magna partiamo sempre dalle nozioni fondamentali della fisiologia energetica secondo la Medicina Tradizionale Cinese, e la pratica viene impostata in modo da sviluppare da subito la percezione del Qi, premessa indispensabile per iniziare ad alimentarlo e guidarlo.
La capacità di modificare ed emettere il Qi in modo controllato ha infiniti utilizzi, vogliamo solo sottolineare che ogni volta che si lavora con l’energia vitale è assolutamente essenziale sviluppare una percezione ben definita di quanto sta accadendo sul piano materiale, eterico ed astrale, ovvero al corpo fisico, al Qi e nella psiche. Senza questa premessa nessuna pratica può essere sicura né efficace.
Un supporto semplice e pratico

Per quanto riguarda il pendolino, per iniziare la pratica non è necessario che sia di un materiale specifico: potete farvene uno con un filo di seta ed un piccolo peso, usare una catenina con appeso un ciondolo, oppure acquistarne uno.
Quello che più conta all’inizio è che sia un oggetto piacevole al tatto e alla vista, potrete scegliere i vostri supporti con maggiore cognizione di causa una volta assorbiti i concetti fondamentali della pratica ed iniziato a farne esperienza.
Ritorno alle origini
Lo scopo di questo programma è di presentare una delle migliori tecniche tradizionali di emissione e controllo dell’energia vitale in modo che possa essere imparata senza rischi ed applicata efficacemente in ogni campo, da quello terapeutico del riequilibrio energetico della persona a quello marziale, ma soprattutto in quello in cui la tecnica si è originata : la pratica magico-spirituale.
